sabato 20 ottobre 2012

Gargantua e Pantagruel di Dino Battaglia, dal romanzo di Francois Rabelais (1985, Ed. Orient Express)





"Dino Battaglia è, fortunatamente per noi, un grande mediatore tra il cielo degli scrittori immortali e la terra dei mortali lettori di fumetti”, così si apre l'introduzione a questo meraviglioso fumetto del 1985.
Battaglia ha "tradotto" racconti di Poe, Maupassant, Lovecraft e tanti altri. Qui si cimenta con un classico della letteratura rinascimentale francese, un libro-mostrum composto da cinque volumi monumentali e di lettura non sempre agevolissima. Ci riesce raccontando solamente alcuni frammenti del racconto ma mantenendo intatto lo spirito del testo originale. 


I disegni raffigurano paesaggi di una Francia favolosa e d'altri tempi. Le figure umane si allungano e accorciano seguendo lo stile grottesco del romanzo d’origine.
Battaglia, col suo tratto pulito e delicato, dettagliato e raffinato, riesce nella scommessa di tradurre in un fumetto agevole e di piacevole lettura un testo altrimenti troppo lontano e complesso per le nostre abitudini fruitive e percettive.


E ne vale veramente la pena, di leggere le avventure di Gargantua e Pantagruel! Queste sono un inno e un incoraggiamento a vivere la vita nella sua completezza, ad abbandonare ogni preoccupazione, ad essere tolleranti e amorevoli verso il prossimo; a viaggiare, perché conoscere i costumi dei popoli diversi aiuta a vivere meglio e a comprendere di più il prossimo. Soprattutto, leggendo le avventure dei due giganti favolosi, si torna ad essere bambini, ad abbandonare ogni preoccupazione logica per farsi cullare da eventi fantastici e personaggi suggestivi.



"L'allegria era al colmo, specie nei vinti. Vivere come i sudditi di Gargantua significava mangiare a crepapelle, bere a garganella, dormire placidamente e lavorare con tutto il comodo. E non è da dire che lavorassero poco e male, perché sapevano che si producevano buon vino erano loro stessi che poi se lo bevevano, se impastavano bene la farina loro stessi poi si mangiavano del buon pane, se le sedie erano ben fatte loro stessi stavano più comodi e così via… Nella stima e la fiducia reciproca. Così si viveva nel bel regno di Utopia."
"Qui siamo contenti se rendiamo gli altri contenti. Tornati a casa, vivete in compagnia, rallegratevi degli amici e donate quanto potete senza pretendere nulla in cambio: questa è la ricetta per vivere felici."

P.S. Ho trovato questo bellissimo fumetto, in più edizioni, nella ricca biblioteca di Fossano, dentro al Castello degli Acaja.

Sul web si trova anche una versione scannerizzata, che però non rende assolutamente l'idea. Buona lettura!